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Retrospettiva – Arcanum: of Stemwork and Magick Obscura

Arcanum: Of Steamworks and Magick Obscura rappresenta una delle esperienze più audaci e visionarie nel panorama dei GdR per PC. Sviluppato da Troika Games, studio fondato da veterani del settore che hanno contribuito alla creazione dei classici di Fallout, Arcanum si distingue per la sua ambientazione fatta da una fusione di elementi fantasy e steampunk, unita a una profondità narrativa che pochi titoli hanno saputo eguagliare. Nonostante i suoi evidenti difetti tecnici, il gioco rimane un punto di riferimento per chi cerca un’esperienza di gioco ricca, complessa e profondamente immersiva.

L’ambientazione

L’ambientazione di Arcanum è, senza dubbio, uno dei suoi tratti più distintivi. Il mondo di gioco è un crogiolo di contraddizioni: un universo in cui la magia, con il suo caos primordiale, si scontra con il progresso tecnologico, ordinato e razionale. Questo dualismo non è semplicemente uno sfondo decorativo, ma il fulcro attorno al quale ruotano tutte le dinamiche del gioco. Gli orchi, tradizionalmente relegati a ruoli marginali nei fantasy classici, qui diventano operai iscritti al sindacato, mentre i maghi lottano per mantenere la loro rilevanza in una società che sta rapidamente abbracciando la scienza.

La magia in Arcanum non è solo un insieme di incantesimi: è una forza destabilizzante, capace di distorcere le leggi fisiche e di creare effetti imprevedibili. Al contrario, la tecnologia è affidabile e accessibile, ma priva della flessibilità e del potere trascendente della magia. Questo conflitto non solo aggiunge profondità al mondo di gioco, ma offre ai giocatori una vasta gamma di scelte strategiche e narrative, rendendo ogni partita un’esperienza unica.

Il gameplay

Uno degli aspetti più impressionanti di Arcanum è la sua libertà di espressione. La creazione del personaggio è un processo ricco e articolato, che permette di plasmare un avatar in grado di rispecchiare le proprie preferenze di gioco. Le razze, le origini, le abilità e le discipline magiche o tecnologiche offrono una gamma di possibilità quasi senza pari. Giocare come un orco o un mezz’orco, ad esempio, non è una semplice scelta estetica: influisce profondamente sulle interazioni sociali, aprendo o chiudendo missioni e modificando il modo in cui il mondo ti percepisce.

Le abilità sono suddivise in quattro categorie principali: Combattimento, Furtività, Sociale e Tecnologia. A queste si aggiungono otto discipline tecnologiche, come l’ingegneria meccanica e la chimica, che permettono di creare oggetti utili, dalle armi ai proiettili. Se invece si preferisce la magia, è possibile scegliere tra diverse scuole di incantesimi, ognuna con i suoi poteri unici e le sue implicazioni narrative.

Il sistema di combattimento, un ibrido tra tempo reale e turni, può risultare caotico e poco rifinito, ma offre una notevole profondità strategica. Che si preferisca affrontare i nemici con una pistola, una spada o un incantesimo, Arcanum garantisce una libertà di approccio che pochi CRPG possono eguagliare.

Mural of enliightment

La trama

La trama di Arcanum inizia con un evento drammatico: il disastro del dirigibile IFS Zephyr, durante il quale il protagonista è l’unico sopravvissuto insieme a uno gnomo morente. Quest’ultimo ci affida un anello e ci incarica di trovare “il ragazzo”, che saprà cosa fare. Da qui, la storia si dipana in una serie di intrighi, profezie e scelte morali che ti porteranno a esplorare un mondo ricco di dettagli e personaggi memorabili.

Uno degli aspetti più interessanti della trama è la profezia del Vivente, che ci vede come la reincarnazione di un elfo salvatore chiamato Nasrudin. Tuttavia, non siamo obbligati a seguire questa strada: possiamo scegliere di ignorare la profezia e perseguire i nostri obiettivi, rendendo l’ esperienza di gioco unica e personalizzata. Questa libertà narrativa è uno dei tratti distintivi di Arcanum, che invita il giocatore a esplorare il mondo e le sue storie in modo non lineare.

Il comparto tecnico

Graficamente, Arcanum mostra inevitabilmente i segni del tempo. Uscito nel 2001, il gioco presenta animazioni goffe e una tavolozza di colori spesso sbiadita, che può risultare poco accattivante per i giocatori moderni. Tuttavia, questo stile visivo si adatta perfettamente al tono cupo e industriale del mondo di gioco, contribuendo a creare un’atmosfera unica e coerente.

L’audio, invece, è un mix di alti e bassi. I suoni dell’interfaccia sono ben realizzati, ma i paesaggi sonori ambientali e di combattimento possono risultare generici. La colonna sonora, tuttavia, è un punto di forza. Invece di una grande orchestra epica, Arcanum opta per un quartetto d’archi, che riflette perfettamente l’ambientazione steampunk e aggiunge un tocco di eleganza malinconica. La musica, composta da Ben Houge, è un capolavoro che merita di essere ascoltato anche al di fuori del contesto di gioco (cosa che faccio spesso!).

Conclusione

Nonostante i suoi difetti tecnici e grafici, Arcanum rimane un’esperienza unica e memorabile nel panorama dei giochi di ruolo digitali. La sua profondità narrativa, la libertà di personalizzazione e l’ambientazione innovativa lo rendono un titolo imperdibile per chi cerca un’avventura ricca e gratificante. Personalmente, trovo che il gioco abbia un fascino irresistibile, specialmente per chi, come me, apprezza le storie ambientate in mondi narrativi complessi e “vivi”.

Arcanum, tuttavia, non è un gioco per tutti: richiede pazienza, dedizione e una certa tolleranza per le imperfezioni (spesso evidenti, aihmè). Ma per chi è disposto a immergersi nel suo mondo, offre un’esperienza che difficilmente si dimentica. È un titolo che, nonostante i suoi limiti, continua a essere celebrato dalla comunità dei giocatori, e per una buona ragione.

Michele Iovinella

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